L’ ILEO PSOAS è uno dei muscoli più profondi e forti del nostro corpo, ma anche uno dei meno visibili e conosciuti. Connette le gambe alla colonna vertebrale, permettendoci di stare in piedi, di mantenere l’equilibrio nei movimenti e di camminare.
In oriente viene definito ‘il muscolo dell’anima’ , il “ sostegno primario”, poiché attraversando il nostro tronco, dal diaframma fino al piccolo trocantere (interno coscia), condiziona lo stato di salute viscerale e psichico di tutto l’organismo. Non a caso, il muscolo è strettamente in contatto con i reni e l’intestino oltre a lavorare insieme al diaframma, spia dei nostri stati ansiosi e del malessere emotivo.
MA QUAL È NELLO SPECIFICO, L’ARTICOLAZIONE SOTTO IL CONTROLLO DI QUESTO FAMIGERATO MUSCOLO?
È sicuramente l’articolazione dell’anca! Ma se l’ileo psoas lavora male, si possono avere seri problemi alla colonna lombare e al bacino.
Il suo compito è, infatti, quello di mantenere colonna e bacino in una corretta posizione reciproca, permettendo al peso del corpo di essere scaricato efficientemente sulle gambe e, dunque, a terra! Se ciò non accade viene meno il corretto allineamento tra le varie parti anatomiche, il peso non viene trasferito correttamente al suolo ed insorgono tensioni interne che pur cercando di ripristinare l’equilibrio mancante, vanno poi a sovraccaricare altre parti del corpo, generando dolori che possono sfociare in vere e proprie patologie.
Uno psoas contratto o indebolito porta, quindi non solo a posture scorrette e a una limitata possibilità di movimento, ma soprattutto a una generale “mancanza di energia”, alla sensazione di non avere un appoggio interno e di non essere pronti’ ad affrontare le sfide della vita.
COME PRENDERSENE CURA?
Il benessere dello psoas non si concilia con la sedentarietà, il sovrappeso, indumenti stretti e troppe ore passate seduti.
La sfida intrigante del lavoro sullo psoas è trovare il giusto equilibrio che lo porta a smettere di contrarsi, riuscendo ad allentare tutte quelle tensioni di cui spesso non siamo coscienti, ma che gli inviano segnali di attivazione. Dobbiamo rilassarci, allentare il controllo, lasciarci andare.
Discipline come lo yoga, il pilates e altre tecniche di stretching possono essere strumenti pratici per iniziare a conoscere, allenare ed allentare questo muscolo, mentre trattamenti fisioterapici professionali aiutano ad intervenire su situazioni croniche, che difficilmente riusciremmo a disinnescare da soli.